Io me la ricordo molto bene quella notte fra il 7 e l’8 ottobre. Credo che molti di noi non dormirono per quanto agitati e tesi.
Eravamo in attesa, sperando in un miracolo, di una vittoria che ci avrebbe fatto scoppiare il cuore dalla gioia.
Con una vittoria, in terra giapponese, Michael Schumacher, finalmente, poteva conquistare il titolo mondiale, tanto ambito quanto sperato, con la Ferrari.
POLE AL SABATO…PER 9 MILLESIMI
Al sabato la pole fu la sua, con un giro incredibile, distaccò Hakkinen solo per 9 millesimi, un niente, una frazione quasi infinitesimale, un briciolo ma determinante. Conquistato il primo piazzamento sulla griglia di partenza cominciò il momento più snervante e ansioso di tutti noi tifosi.
Eravamo così desiderosi di essere finalmente vincenti che davvero per noi si fermò il mondo.
Il tempo non esisteva più, il tempo era scandito dal battito del nostro cuore, non dalle lancette dell’orologio.
E qualche ora dopo avvenne. Ecco che arrivò la felicità tanto attesa.
LA CRONACA DELLA GARA
Schumy e Mika, contendenti per il titolo mondiale, si giocano davvero tutto a Suzuka. Alla partenza però il pilota finlandese della Mclaren scatta decisamente meglio rispetto a Michael, che così si ritrova a inseguire il suo diretto rivale. Così si arriva al primo pit stop per entrambi ma la situazione rimane immutata, solo le soste al box si rivelano diverse, quella di Michael si rivela più lunga rispetto alla fermata del finnico.
Al momento delle seconde soste Schumacher entrò ai box 3 giri dopo Hakkinen, oltretutto correndo come un pazzo. In quei tre giri lui e la sua Ferrari sembrano davvero un’entità unica. Danzano sul circuito di Suzuka.
Uscendo si ritrova davanti a Mika, la magia è quasi compiuta.
Non ci resta che ultimare la gara, Schumy mantiene il distacco, la sua Ferrari corre come non mai e noi tifosi mandiamo loro tante energie positive. Abbiamo tutti le dita incrociate, le viscere sottosopra e il cuore che oramai è pronto ad esplodere.
E’ una corsa verso la gloria per tutti, non solo per Schumy e la Scuderia di Maranello ma anche per noi che vogliamo finalmente festeggiare qualcosa di unico.
Le ultime curve ci aspettano ed ecco subito dopo la festa tanto sospirata accompagnata dalla telecronaca di Gianfranco Mazzoni : “Sì, Michael Schumacher è Campione del Mondo. Riporta il titolo iridato a Maranello, 21 anni dopo Jody Scheckter. I colori dell’arcobaleno sulle insegne del Cavallino Rampante”. Ancora queste parole mi mettono i brividi!
La parata trionfale, l’arrivo al paddock, gli abbracci con Jean Todt e Hakkinen, i complimenti di Irvine, il bacio con Corinna, sua moglie, sempre presente nella vita del campione!
E poi il podio: c’è una festa incredibile, c’è finalmente distensione, Michael addirittura simula una direzione d’orchestra nel momento in cui viene fatto sentire l’inno italiano.
LE PAROLE DEL TRE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO
“Jean Todt è stato senza dubbio fondamentale per la mia avventura alla Ferrari, fin dal primo giorno è stato lui la chiave delle nostre vittorie. Devo ammettere di aver mai visto nessuno dedicarsi alla propria professione come faceva lui io ero convinto di essere un grande lavoratore, ma non ero nulla confronto a lui. Era sempre in ufficio 7 giorni su 7 lavorando più di 14 ore al giorno, era il punto di riferimento per tutti. Capì subito i nostri punti deboli, che risolse chiedendo il mio aiuto insieme a quello di Ross Brawn e Rory Byrne. Avevamo trasformato quello chiamo triangolo magico, che trasformò la Ferrari. Ovviamente ci fu bisogno di tempo perché dovevamo sviluppare nuove infrastrutture, ma gli ingredienti erano quasi giusti.
LA FORZA DELLA SQUADRA PER MICHAEL SCHUMACHER
“E soprattutto le persone, a partire da me e Jean fino a Montezemolo, che fu molto importante perché appoggiò tutti i nostri progetti a livello economico, non si oppose mai a nessuna proposta dandoci sempre ciò che avevamo bisogno. Jean aveva le idee molto chiare ed agiva in modo davvero efficace. Fu una combinazione perfetta. L’Avvocato Agnelli era la grande eminenza dietro le quinte“
“Un carattere incredibile, una persona davvero speciale, era un grande appassionato di Formula1, come anche Montezemolo. Vivevano per la Formula 1, ci stavano molto vicini ed erano sempre pronti a soddisfare ogni nostra richiesta con un entusiasmo speciale. Allo stesso tempo erano anche molto intelligenti e concreti, è ovvio che persone con qualità del genere fossero i migliori in tutto quello che facevano. I sette titoli mondiali rappresentano ovviamente il mio record più importante, in fin dei conti l’obiettivo è vincere i campionati, non si fanno sforzi e sacrifici solo per vincere una gara. Il titolo conquistato nel 2000 è stato il più importante e prestigioso per tutti noi. Jean Todt quel giorno sul podio disse che la vita da quel momento sarebbe cambiata…“.