Graham Hill Fonte: F1.com

Graham Hill: il canottaggio, la F1 e la Triple Crown

Laura's stories

Il motorsport è caratterizzato da storie incredibili e uniche nel loro genere. Oggi sono quì per raccontarvene una veramente epica e affascinante, quella di Graham Hill, unico pilota ad aver realizzato la Triple Crown.

HILL E LA PARENTESI DEL CANOTTAGGIO

Nato a Londra il 15 febbraio del 1929, Graham Hill cominciò la sua carriera sportiva non nel motorsport ma nel canottaggio, sport che lo ha forgiato e formato nel carattere. Nota curiosa vuole che il casco, indossato da Hill in F1, era caratterizzato dai colori presi dallo stemma del London Rowing Club, associazione sportiva di cannottaggio cui il futuro campione del mondo della massima serie motoristica era iscritto.

“Mi sono davvero divertito a remare. Mi ha insegnato molto su me stesso e penso anche che sia un ottimo sport per formare il carattere. Bisogna avere molta autodisciplina e molta determinazione. Non solo si impara a conoscere sé stessi, ma anche le altre persone che si vorrebbero avere con sé nelle ultime centinaia di metri di una gara, quando ci si sente assolutamente finiti. Con altri sette compagni che fanno affidamento su di te, non puoi arrenderti. L’autodisciplina richiesta dal canottaggio che ha generato mi hanno ovviamente aiutato a superare gli anni difficili che mi aspettavano.” (Hill, Life at the limit…1969)

COME E’ NATA LA PASSIONE PER LE 4 RUOTE?

Per Hill l’automobilismo fu un autentico colpo di fulmine, un amore che lo travolse con tutto il suo impeto e la sua forza. Tutto nacque durante un test, avvenuto nel 1954, sul Circuito di Brands Hatch. Qualche giro di pista e il motorsport fece la sua entrata trionfale nel cuore e nell’anima del futuro campione del mondo inglese.

Di lì a poco cominciò la sua carriera nel mondo delle 4 ruote: prima come meccanico e poi come pilota presso la corte di Colin Chapman, la Lotus.

Per Graham la genesi del percorso sportivo iniziò in Formula 2 per poi confluire, nel 1958, in F1 (sempre per Lotus) dove però non ottenne subito le gratificazioni che vorrebbe: neanche un punto in due stagioni. Nel 1960 Graham si trasferisce alla BRM dove raccoglie i primi risultati più incoraggianti.

La carriera di Hill subisce un’accelerazione importante nel 1962 quando la BRM comincia ad essere governata da Tony Rudd abile ingegnere che riesce ad imprimere grandissimi miglioramenti al team.

CONTRO CLARK E IL TITOLO MONDIALE DEL 1962

Con una vettura decisamente più competitiva Hill può dare al mondiale il suo valido contributo, tanto che riesce a vincere il gran premio in Olanda e si impone come uno dei candidati per la vittoria finale del titolo mondiale…

Dall’altra parte però c’è una concorrenza agguerrita e spietata…concorrenza che può essere sintetizzata con un nome e cognome forte e deciso, quello di Jim Clark che, a bordo della leggenda Lotus 25 (prima monoposto costruita con la struttura a monoscocca) ottiene ottimi risultati nonostante qualche guasto meccanico.

Al termine del 1962 è Hill a vincere il titolo…anche il nostro protagonista riesce ad inserire il proprio nome nella storia della F1 a caratteri cubitali.

Graham Hill (GBR) BRM P57

LA VITTORIA DEL GRAN PREMIO DI MONTECARLO

Negli anni successivi Graham non può nulla contro l’accoppiata Clark-Lotus che domina senza nessun problema. Nonostante tutto Hill riesce a raccogliere risultati positivi soprattutto sul circuito di Montecarlo che diviene per lui terreno fertile per vittorie a ripetizione.

Dal 1963 al 1965 il Principato di Monaco si inginocchia al volere del pilota inglese e gli concederà il bis nel 1968 e il 1969 quando Hill tornerà ad essere pilota Lotus. Graham Hill si tramuta in Mr Monaco e lo rimarrà per molto tempo, fino a quando verrà superato solo dal grande Ayrton Senna (6 vittorie).

Mancano solo la 24 ore di Le Mans e la 500 Miglia a Graham per raggiungere la Tripla Corona.

Graham Hill (GBR) Montecarlo

LA 500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS DEL 1966

Se in F1 Hill non riesce ad ottenere il bis iridato, negli States la gloria scende su di lui con tutta la sua luce maestosa. Graham partecipa alla 500 Miglia di Indianapolis ma non è l’unico pilota di punta della F1 a correre, con lui ci sono anche Jackie Stewart e Jim Clark (ultimo vincitore della gara nel magico catino americano): due ossi duri per Hill, due montagne grandi ed imponenti da affrontare per intascare il bottino più grande.

Ma la vittoria sceglie Graham Hill, la 500 Miglia di Indianapolis è sua (ma questa è una storia che potrei raccontarvi un’altra volta, se voi lo volete).

Graham Hill (GBR) 500 Miglia Indianapolis 1966

IL RITORNO IN LOTUS…

Andato via dalla BRM a causa della scarsa competitività del team, Hill torna in Lotus facendo coppia con il suo grande ed acerrimo avversario Jim Clark costruendo una delle più grandi line-up che la F1 abbia mai conosciuto.

Da una parte un pilota solido, di grande esperienza, con alle spalle vittorie importanti, dall’altra il pilota considerato da tutti come il corridore più forte al mondo…Insomma la Lotus è la favorita per il titolo piloti e anche per quello costruttori.

Fra i due il più quotato è Clark ma ahimè la f1, come del resto tutto il motorsport, è un ambiente spesso visitato dalla più grande matrigna del mondo…la morte…

Ebbene sì…nel 1968 il circus fu sconvolto dalla dipartita di Jim Clark, morto prematuramente ad Hockenheim a causa di un incidente avvenuto durante una gara di Formula 2.

Senza Jim, Graham diviene a tutti gli effetti prima guida e il mondiale (il secondo) arriva con grandissima facilità e scioltezza.

Graham Hill (GBR) Lotus 49B Ford Cosworth

TRIPLE CROWN WORK IN PROGRESS…MANCA LE MANS

Siamo arrivati al 1969, una delle annate più difficili per Hill: se da una parte arriva la quinta e ultima vittoria a Monaco, dall’altra invece il pilota inglese rimane vittima di un incidente durante il Gran Premio degli Stati Uniti riportando la frattura di entrambi gli arti inferiori. Hill non si riprenderà mai del tutto ma non perderà mai la perseveranza e la cabarbietà…correre per lui è troppo importante.

In F1 non raccoglierà più niente ma altrove sì…

La nostra narrazione arriva al 1972 (un bel po’ di anni fa): la meta è Le Mans, l’obiettivo è la vittoria…

In coppia con Henri Pescarolo, a bordo di una Matra, sotto la pioggia, Hill da prova di tutta la sua forza e costanza di rendimento: il trionfo è suo…la Triple Crown è sua…

Graham Hill (GBR) Le Mans 1972

Ma non c’è allegria, non c’è soddisfazione massima, non c’è gioia…c’è un grande macigno che incombe su Graham Hill: la perdita di Jo Bonnier, pilota e amico di Hill morto proprio in quella edizione della 24 ore più importante del mondo.

Graham sarà attivo sino al 1975 e, alla veneranda età di 46 anni, decide di ritirarsi lasciandoci un’eredità sorprendente fatta di numeri incredibili fra i quali spicca quello dei gran premi disputati, ben 176.

Hill perderà la vita poco dopo il ritiro, precisamente il 29 novembre 1975…tutto accadrà a causa di un incidente aereo…

Dopo Jim, ci saluta anche Graham..la F1 perde un altro asso al volante, un altro pazzo che ha fatto sognare milioni di persone, un pilota incredibile che racconteremo per sempre.